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Giovanni Carpenè ci ha lasciato

I dati anagrafici di Giovanni Carpenè ora sono compiuti: nato a Col San Martino di Farra di Soligo (TV) il 10 settembre 1928, ordinato prete a Vittorio Veneto (Cattedrale) il 17 giugno 1951, defunto a Conegliano Veneto il 21 giugno 2018. Già Prete operaio ad Alessandria. I suoi resti mortali, inumati al cimitero di Col San Martino, sono riconsegnati alla terra natale. Tra queste date tanta storia, sua personale e del mondo. Fondamentale l’annotazione, prete operaio, operaio e sindacalista. Dopo l’esperienza all’estero in Belgio la sua presenza in Alessandria nasce nell’ambito del mondo operaio dei metalmeccanici.

Operaio alla Pivano, ottiene distacco sindacale alla CGIL ed è trai promotori di quella straordinaria stagione ed esperienza che fu la FLM, il sindacato unitario dei metalmeccanici, sindacalismo entusiata e indipendente, aperto a tutti i nuovi contributi di una stagione di lotta che oggi compie cinquant’anni. Prete operaio, sindacalista di sinistra e intellettuale perché è da lui che partono gli stimoli in direzione di quello che sarà il suo contributo più importante al nostro vivere civile: la giustizia sociale e l’accoglienza degli immigrati, la cooperazione internazionale. Il suo nome si affianca a quello della sorella Onesta, presente prima nel Vietnam della guerra e poi nella Cambogia anno zero. La cooperazione traccia un legame diretto tra la Cambogia e il nostro territorio. Delegazioni dirette, scambi, formazione, progetti in campo agricolo, scolastico e soprattutto nella gestione delle acque. Il bilancio di trent’anni di cooperazione decentrata è oggi raccolto nel volume “Onesta Carpenè, il tesoro nel campo”, che è stata l’ultima faticosa impresa editoriale di Giovanni, testimonianza del suo impegno umano attento alla memoria del mondo. Dalle prime esperienze degli anni ottanta è nata la proposta di dare alla cooperazione decentrata uno strumento operativo. E’ così nato ICS Consorzio, esperienza unica nel panorama nazionale e internazionale, che ha portato il contributo di Alessandria ai quattro angoli del globo. Giovanni è stato a lungo il Presidente del Consorzio e in questa veste è stato l’ideatore della StrAlessandria. La StrAlessandria nasce infatti nel 1996 sull’onda lunga di esperienze e risultati importanti. Nasce sulla proposta di correre per sostenere la lotta contro la leucemia infantile in collaborazione con gli ospedali San Gerardo di Monza e La Mascota di Managua. I tremila partecipanti di allora sono diventati settemila duecento nella 23* edizione 2018, Il nome di Giovanni è diventato sinonimo di accoglienza, in ambito sindacale, al fine di seguire le traiettorie e le esigenze personali di detenuti e immigrati. La sua cura meticolosa nel seguire le pratiche personali e le esigenze materiali ha fatto scuola, ha formato una generazione che ha proseguito il suo lavoro. Questa attività costante non è stata mai imposta perché la filosofia di Giovanni e di quelli della sua scuola è che nell’impegno verso gli altri “ci si diverte”. E’ un impegno faticoso, ma che può essere fonte di gioia. La malattia, il Parkinson, lo ha aggredito inesorabilmente poco per volta, ma non gli ha impedito il lavoro. E’ tornato nelle sue terre a Conegliano, dopo la morte della sorella. Qui aveva dato vita alla Fondazione Apsara, la quale ha tuttora in corso progetti nell’area del Sud Est asiatico. Poi poco per volta la malattia lo ha spento, ma lascia in noi ben vivo il suo spirito. Il consorzio da lui presieduto continua nell’esperienza di ICS Onlus, la cooperazione in Cambogia prosegue quest’anno con ben cinque progetti, la StrAlessandria ha generato nuovi record e una gara gemella, la StraCittadella. Caro Giovanni, quest’anno, a settembre, avresti compito novant’anni. Compirai questi e molti altri nel nostro fare quotidiano.

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