Marta Amisse
News

Intervista a Marta Amisse – Mozambico

Marta Amisse

Oggi vogliamo farvi conoscere una persona fondamentale per la buona riuscita dei nostri progetti in Mozambico.
Abbiamo già parlato di lei in alcune occasioni, ma questa volta l’abbiamo intervistata e sarà proprio lei a raccontarsi.

Lei è Marta Amisse, per tutti noi Marta, la presidente di AMOPROC – Associação MOçambicana para a PROmoção da Cidadania (Associazione mozambicana per la promozione della cittadinanza).

L’organizzazione senza fini di lucro nasce nel 2003 e mira a promuovere azioni di cittadinanza attiva nella città di Lichinga, capoluogo della provincia di Niassa, nel nord del Mozambico. Il loro lavoro si focalizza sulla promozione dei diritti umani, con una particolare attenzione per il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.

Abbiamo sentito Marta e ci ha accolto con il suo solito sorriso contagioso, che abbiamo visto sparire solo per un secondo quando ci ha parlato delle condizioni in cui versa la scuola di Mitava, ma ne parleremo fra poco.

 

Ciao Marta, che piacere rivederti. Siamo passati da poco all’ora legale quindi, nonostante la lontananza, qui è la stessa ora. Fa molto caldo lì?
No, in realtà non fa caldo, ad aprile e maggio solitamente fa freddo e la temperatura scende  fino a 10 gradi.

Potresti raccontarmi nel dettaglio di cosa si occupa AMOPROC?
Noi lavoriamo per il municipio, che riceve dai cittadini delle periferie lamentele per la mancanza di acqua. Riceviamo dal comune una lista di queste richieste di nuove fonti e ci rechiamo dagli amministratori dei diversi quartieri per confermare la necessità di nuovi pozzi. Successivamente ci dedichiamo agli incontri con la comunità.

Puoi dirmi qualcosa in più di questi incontri?
Incontriamo la comunità con l’obiettivo specifico di far sapere loro che la fonte d’acqua appartiene a loro. Certamente non possono permettersi di pagare la costruzione di un pozzo, ma è importante che contribuiscano alle piccole spese di manutenzione per mantenere la fonte attiva e funzionante, per garantirne la sostenibilità. La comunità si occupa anche del monitoraggio della costruzione stessa, dal luogo di edificazione al processo di montaggio. Ogni membro ha la possibilità di comunicare con noi se pensano che il progetto non stia andando nel verso giusto o nel caso in cui riscontrino malfunzionamenti.

Dopo la costruzione qual è il vostro ruolo?
AMOPROC si occupa del monitoraggio ma, come dicevo prima, accompagniamo la comunità durante tutto il processo. Facciamo numerosi incontri per farli sentire parte del progetto, per far capire loro che il pozzo non è nostro, che è importante mantenerlo pulito. Ci occupiamo di organizzare dei momenti di formazione in cui spieghiamo alla comunità che la fonte d’acqua potabile, per essere preservata, va controllata costantemente e ci sono alcuni comportamenti che vanno evitati: non si possono lavare i vestiti, non possono essere create latrine nelle vicinanze e nemmeno cimiteri. Cerchiamo di far capire loro come usare diversamente l’acqua che sgorga dalla fonte e l’acqua delle pozze.

Solitamente le persone come accolgono le vostre iniziative?
La nostra azione è una risposta alle loro richieste. Spesso ci ricevono con canti e balli perché sanno che finalmente sono stati ascoltati. La parte più difficile è farli contribuire monetariamente alla manutenzione delle fonti. Quello è un processo più lungo: portare la comunità ad essere cosciente e ad impegnarsi per mantenere un bene essenziale, che le appartiene. Per fortuna lavorano con me degli attivisti molto competenti e convincenti.

Posso chiederti a quanto ammonta il contributo richiesto?
Nell’ottica di garantire la sostenibilità del pozzo, il contributo varia e sono loro stessi a decidere, ma è importante che tutti partecipino. Ovviamente più persone utilizzano la stessa fonte, minore sarà il valore richiesto. Parliamo di 10-20 meticais (15-30 centesimi di euro) al mese, quanto basta per non far fermare la fonte.

Mi sai dire quante persone usano i pozzi?
Al momento abbiamo 12 pozzi funzionanti, molti sono stati costruiti pensando di abbeverare 300 persone, ma sono molte di più quelle che ne fanno uso giornaliero. Parliamo di migliaia di persone. Presto faremo una nuova indagine statistica per conoscere più precisamente il numero aggiornato dei beneficiari.

C’è qualche fonte che crea più problemi di altre?
Sono tutte funzionanti, ma non riposano mai e per durare a lungo dovrebbero riposare, invece l’alto flusso di utenti non permette ai pozzi di fermarsi. L’utilizzo costante della leva che pompa l’acqua causa continuamente la rottura delle guarnizioni, che però riescono ad essere sostituite e riparate velocemente grazie ai contributi di cui parlavamo.

Mi sembra di capire che servirebbero altri pozzi. Presto ne discuteremo e cercheremo di capire se sia possibile prolungare il piccolo acquedotto pubblico già esistente nel centro della città.
È sempre molto emozionante vedere l’acqua che sgorga vicino alle case della gente. Al momento non esiste alcuna tubazione in nessuno dei luoghi in cui esistono i nostri pozzi.

Oltre a questo, sei anche la nostra referente per quanto riguardo la scuola di Mitava e quest’anno riproveremo con tutte le nostre forze a raccogliere i fondi necessari per la ristrutturazione della scuola. Che tipo di attività svolgete con le scuole?
Lavoriamo con i giovani nella divulgazione dei diritti umani, dei diritti dei bambini e dei ragazzi. Collaboriamo con le scuole per portare avanti iniziative di monitoraggio dei nostri governi. Durante il periodo elettorale, i politici promettono moltissimo ed è importante che le ragazze e i ragazzi della scuola sappiano monitorare realmente le azioni dei politici per essere in grado di rivendicare, non solo i propri diritti, ma le promesse fatte loro dai politici.

Qual è il tasso di frequenza scolastica a Lichinga?
Negli ultimi anni molti più ragazzi stanno frequentando la scuola, ma pochissimi possono permettersi di andare alle scuole superiori perché sono molto care e il governo garantisce l’educazione gratuita solo fino alla classe 9 (elementari e medie). Mancano posti di lavoro e per questo abbiamo implementato progetti di autoimpiego.

E nella nostra scuola di Mitava?
Sono stata proprio ieri a scuola ed è davvero in condizioni pessime. Ci sono cinque aule per cinque classi, frequentate da 703 alunni. Sono tantissimi e non credo riescano a seguire adeguatamente perché il professore doveva gridare per farsi ascoltare.

Quindi nonostante le condizioni della scuola, continuano ad andare a lezione?
Si, certamente. Continuano a frequentare. Seguono il normale curriculum scolastico del governo mozambicano e studiano, ma c’è bisogno di un grosso intervento di ristrutturazione.

 

Ascoltare la voce di chi lavora sul campo permette a tutti noi di comprendere realtà lontane e di empatizzare con ciò che accade dall’altra parte del mondo.

Da questa breve discussione certamente avrete potuto evincere il ruolo centrale e decisionale delle comunità, che non sono oggetto di idee distanti, ma soggetto di progetti desiderati e implementati grazie al nostro aiuto.

Leggiamo anche un’urgente necessità di ricreare un luogo accogliente e funzionale per gli oltre settecento studenti che frequentano giornalmente la scuola di Mitava.

Insieme l’abbiamo costruita e insieme dobbiamo fare tutto il possibile per rimetterla a nuovo!

Ricordiamo che proprio la ristrutturazione di questa scuola sarà finanziata con parte dei proventi della StrAlessandria 2022!

Lascia un commento

Il tuo commento
Tutti i commenti vengono moderati prima della pubblicazione.